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Butoh


Sul Butoh:

Con amore e rispetto ai grandi rivoluzionari e ai nostri Maestri.

Il Butoh rappresenta una delle realtà più significative nella storia dello spettacolo del ventesimo secolo. Il forte carattere di contaminazione culturale che lo stile presenta, ha influenzato anche l’Europa. Avendo ricevuto echi dalla danza espressionista europea, ha saputo fondere le linee dell’antica tradizione giapponese con spinte innovatrici dell’avanguardia artistica giapponese del secondo dopoguerra; ha sintetizzato: le visioni di Artaud, la pittura surrealista e Metafisica, le teorie di Rudolf Laban, la ritualità di Marta Graham, la geniale follia di Kantor, la libertà di Mary Wigman. Il Butoh è nato in Giappone tra gli anni ‘60 e ‘70. In quegli anni emersero due notevoli rivoluzionari della danza, Tatsumi Hijikata and Kazuo Ohno, e la loro rivoluzione venne in seguito chiamata “butoh”. Entrambi portarono la danza oltre il limite, a una rottura delle convenzioni e delle norme con lo scopo di rivelare la verità dell'essere umano nella sua vita e morte. Ebbero modi diversi nel procedere ma, la stessa finale destinazione. Hijikata Tatsumi diceva: “La forma va , l’anima segue”; Kazuo Ohno invece: “L’anima va prima, la forma segue”.

Tatsumi Hijikata come ballerino e come regista fu un simbolo della scena dell'arte d'avanguardia del periodo post-bellico del Giappone e creò una nuova estetica che ha influenzato l'arte visiva e attratto molti scrittori, fotografi, pittori, stilisti di moda .

Hijikata creò la prima scena avanguardista in Giappone dopo la seconda guerra mondiale. Attraverso la combinazione di dipinti, sculture, parole ci ha mostrato una tecnica di embodiment nel corpo attraverso una nuova qualità del movimento molto dettagliata.

La danza che ha sviluppato è stata profondamente basata sull'idea orientale del corpo, sulle sue necessità e verità. Morì nel 1984.

Oggi c'è un archivio a lui dedicato nella Keio University Art Center di Tokyo. E anche i suoi studenti insegnano il suo spirito e le sue tecniche.

Kazuo Ohno ha iniziato a collaborare con Tatsumi Hijikata dalla metà del 1950. E’ stato, più un ballerino solista eclettico, che un coreografo. Ha avuto il dono unico di aver letto e appreso la danza occidentale e la pantomima, ricreando su queste basi in maniera tutta originale un suo modo di ballare tango, pantomima, valzer, danza "moderna" e giapponese. Il suo movimento è diventato una danza universale che ha emozionato persone provenienti da tutto il mondo. La sua danza ha inglobato un secolo di storia della danza e del teatro: ha unito la bellezza e il grottesco, il sacro e il profano, è stato un modo di vivere e far rifiorire la vita in poesia, un tesoro per tutti gli esseri umani. Kazuo Ohno è scomparso l’ 1 giugno 2010 all'età di 103 anni.

Fino a quel momento non ha mai smesso di ballare, anche sulla sedia a rotelle, anche quando poteva muovere solo le mani; ancora oggi probabilmente continuerà a ballare nel mondo dei sogni. Dal 2001 c’ è un archivio a lui dedicato nell’ Università di Bologna presso il Dipartimento di Musica e Spettacolo. Il Kazuo Ohno Dance Studio di Yokohama è oggi diretto da suo figlio, Yoshito Ohno.

Yoshito Ohno è cresciuto tra i due fondatori del butoh ed è stato coinvolto nella prima performance butoh "Kinjiki", ispirata al romanzo “Colori Proibiti” di Yukio Mishima. Il suo stile di danza è molto lontano dal padre e ha un carattere diverso, ma allo stesso tempo, contiene l'essenza ereditata del Butoh: un corpo di densità incredibile, molto vicino ad una scultura in movimento. Oggi continua la sua missione di ricerca sull'essenza del Butoh e insegna presso lo studio di Kazuo Ohno a Yokohama.




Il butoh oggi:

Butoh è nato in Giappone come un movimento rivoluzionario nel contesto storico del secondo dopoguerra. Poiché i tempi sono cambiati in un modo per cui anche il Butoh è cambiato rapidamente. Mentre le contro-culture si sono indebolite, la globalizzazione si è diffusa rapidamente spostando l'equilibrio del potere da alcuni paesi ad altri. Le distanze tra paesi e i continenti sono diventate più brevi: il cibo che mangiamo, le magliette, le scarpe che indossiamo e il modo in cui camminiamo raccontano del tempo che viviamo. La domanda su ciò che, pur evolvendosi, deve rimanere della cultura butoh si pone, così come sulla nostra visione creativa, sul nostro ruolo.

Le cose che sono universali, vengono adesso cambiate dal tempo e dal luogo.

Siamo di fronte a problemi della nostra identità culturale e personale nell’ influenza della rapida globalizzazione e dei mass-media, e in rapido aumento della comunicazione tra paesi e culture. Mentre è facile criticare la globalizzazione, non possiamo tornare alle nostre culture tradizionali, in quanto stanno perdendo la loro realtà, nella nostra vita quotidiana. Tatsumi Hijikata ha detto qualcosa a proposito che ha un profondo significato ancora oggi. "Perché non ritorniamo solo al nostro corpo?". L'identità si manifesta più flessibile e diversificata di quanto noi crediamo; l'Oriente e l'Occidente, gli antenati, gli animali, le piante, la terra, l'universo sono tutti in corpo. Attraverso questo processo siamo in grado di connetterci con le nostre tradizioni e le altre culture, i nostri antenati, la terra e l'universo. Il corpo è il paese del nostro spirito.

Ciò che dobbiamo imparare dai fondatori del butoh non è lo stile, ma il metodo per approfondire la nostra anima e il nostro corpo; il metodo, attraverso la danza, che ci permette di superare il nostro ego e di metamorfosare tutto l'universo. Questo processo non è dovrebbe limitarsi a un genere chiamato "butoh", ma piuttosto dovrebbe essere il tema più radicale degli esseri umani, della danza e delle culture. La nostra missione è la ricerca e lo sviluppo di questo metodo universale e consegnarla alle generazioni future. Allo stesso tempo abbiamo anche bisogno di creare uno spettacolo dal cui corpo emerga lo spirito del tempo, del suo spazio.

La rivoluzione della danza è appena iniziata.